sabato 21 gennaio 2012

Insonnia - i rimedi

Girarsi e rigirarsi, per poi girarsi e rigirarsi ancora cercando inutilmente nel nostro letto di prendere sonno.. Sapendo che il giorno dopo abbiamo uno o più impegni ai quali vogliamo presentarci nel pieno delle nostre facoltà mentali e possibilmente senza occhiaie.
Ebbene? Un buon 20-30% degli italiani soffre di insonnia.
Da che cosa può essere causata l’insonnia? Tante le cause. Le più banalmente conosciute sono l’ansia, la tensione, lo stress lavorativo e l’irritabilità. O più semplicemente vi può essere il fatto che uno o più eventi negativi accaduti (specialmente a carattere affettivo-relazionale) possono averci scosso particolarmente a livello emotivo.  Le difficoltà ad addormentarsi  e un sonno disturbato possono inoltre essere uno dei primi segnali di depressione (e anche esserne la causa).
Diverse sono le forme di insonnia: cronica o periodica, primaria o secondaria (cioè sintomo di un disturbo psichico sottostante). Quello che sostanzialmente emerge è uno scadimento netto della qualità di vita.
Ma non bisogna assolutamente disperare. L’insonnia, anche quella più ostinata è una condizione curabile. Attenzione che se l’insonnia è associata a disturbi pisichici  va affrontata con la psicoterapia. Un investimento che non va a fondo perduto.
Nelle forme più gravi e croniche è richiesto un intervento più aggressivo. Della serie: alla peggio vi può essere il trattamento farmacologico. Ma faranno così bene ‘sti farmaci che finalmente ci inducono al tanto desiderato sonno?
Innanzitutto si parla sostanzialmente di benzodiazepine.
La loro molecola è la stessa degli ansiolitici, ma possiedono un’emivita più breve. Rimangono cioè meno al lungo nel sangue: giusto il tempo di “indurre” il sonno. E’ per questo che vengono chiamati “ipnoinduttori”. Effetti collaterali? Quanti ne volete. A parte un possibile torpore al risveglio, senso di vertigine, bocca impastata, questi farmaci, se impiegati a lungo, per mantenere la loro efficacia necessitano di dosi crescenti. E le ancora non conosciute conseguenze a livello neurologico per via dell’effetto cumulativo? Mah. Poi c’è la dipendenza. Perché si manifesti bastano poche settimane di impiego: perciò, per evitare l’effetto-rimbalzo, le benzodiazepine vanno sospese in modo graduale, e mai bruscamente. L’uso di questi farmaci nell’insonnia è insomma il tipico esempio di una soluzione che diventa essa stessa un problema.
Quindi, che fare?
Come terapia di emergenza il farmaco può andare bene, poi è necessario adottare sistemi più naturali. Via la pigrizia, lo scetticismo e la testardaggine: si cala la dose di farmaco e poi tanta azione e dedizione.
Ecco i sistemi “natural”, potete provare a sperimentarne anche solo uno alla volta:
  • Innanzitutto, dopo una giornata di lavoro, è necessario rilassarsi per almeno un paio d’ore, in modo da preparare il corpo e la mente al riposo notturno. Vanno quindi accuratamente evitate di sera tutte quelle attività che impegnino eccessivamente la testa (studiare, fare conti ecc.).
  • Cibo/bevande e sonno. Evitare di assumere sostanze stimolanti (caffè, the, tabacco) prima di coricarsi, così come dovrebbero essere evitati pasti troppo pesanti. Inoltre – sempre dal punto di vista alimentare - una causa importante di insonnia è legata alla glicemia, ovvero al livello di zuccheri nel sangue. Chi mangia troppi carboidrati raffinati, specie di sera, è infatti soggetto a ipoglicemia notturna: quando di notte la glicemia naturalmente diminuisce, il corpo libera ormoni che regolano il livello del glucosio e che stimolano il cervello al risveglio per mangiare. L’alimentazione incide molto e questo può farvi nascere diverse perplessità. Un argomento complesso che potete approfondire in questo articolo.
  • Migliora il sonno anche fare un bagno caldo la sera, mezz’ora prima di coricarsi, almeno due o tre volte alla settimana. Il calore stimola il rilascio di endorfine, sostanze prodotte dal cervello che hanno proprietà antidolorifiche e sedative simili a quelle della morfina e dell’oppio. Validi anche i pediluvi ai piedi.
  • Anche fare l’amore stimola la produzione di benefiche endorfine. L’attività sessuale, in ispecie se accompagnata da affettività, agisce in questo senso da autentico toccasana.
  • Musicoterapia, per favore. La musica favorisce l’addormentamento, stimolando l’emisfero destro del cervello, quello delle emozioni, e tacitando quello sinistro, che è legato alla razionalità, al pensiero e alla veglia. A go-go cd o mp3 a base di musica new age, o di una rilassante musica classica (ad esempio i “Notturni” di Chopin).
  • Se la stagione lo consente può essere utile un’attività aerobica blanda, come una passeggiata di una ventina di minuti intorno alle 22: acquieta l’organismo e la mente, favorendo indirettamente il sonno. Contrariamente un lavoro pesistico fatto in palestra ad ora tarda non fa altro che ritardare.
  • Esercizi di respirazione e rilassamento. I risultati si manifestano e si stabilizzano però solo con la costanza (almeno un mese).
  • Di sera è importante fare il buio in casa: l’organismo inizia a rilasciare melatonina (l’ormone che regola il ciclo del sonno) verso le ore 21-22. Occhio che anche la luce del televisore può alterare la produzione di melatonina e rendere difficile l’addormentamento. Se vi capita di addormentarvi davanti alla tv  non è necessariamente un bene.A proposito di tv, selezionate programmi televisivi e films a contenuto distensivo.  Un film comico o una bella commedia brillante (magari vista a teatro) è preferibile ad un horror o un drammatico  a carattere psicologico.
  • Non guardate la TV a letto, né utilizzate il letto per altre attività che non siano il dormire e il sesso: è opportuno coricarsi solo quando si avverta il sonno.
  • Prodotti da banco o omeopatici a base di melatonina (che più che altro ha una funzione regolatrice) , triptofano o magnesio, oppure tisane dalle proprietà rilassanti (tiglio, camomilla, melissa, valeriana, fiori d’arancio e passiflora) possono essere particolarmente efficaci per le forme di insonnia più lievi. Vi sono prodotti validi in commercio, come il Sedivitax.
  • Le letture leggere. Per preparare il sonno un libro piacevole o una rivista d’intrattenimento non invasivo per la nostra mente possono avere un’azione coadiuvante.
  • Eliminate dalla vostra camera da letto computer e cellulari 
      Attività come lo yoga e la ginnastica dolce possono essere profondamente “equilibratici” per il binomio corpo-psiche compromesso a causa dell’insonnia. Bene anche massaggi ed un bel ciclo di sedute di agopuntura.
      Insomma, c’è ne davvero per tutti i gusti. Tutto ciò porterà ad un cambiamento generale nello stile vita che gioverà al sonno e non solo…L’unica cosa di rigore è la costanza!!!


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sabato 7 gennaio 2012

Il Ramos Gin Fizz e "Dead Reckoning"

Quando bere diventa vero piacere e non vizio, un buon cocktail allo stesso tempo deve soddisfare il gusto e la vista.
Ancora di più nei classici hollywoodiani – e non solo – in cui il cocktail o l’aperitivo oltre ad essere sapiente dosaggio di sapori, profumi e sapori è associato ad un’occasione o un incontro speciale o un momento di distensione tra le stars del film.
Lizabeth Scott perfetta dark lady ma dallo sguardo innocente,
nei panni di una cantante da night club d’altri tempi
non lo squallido postaccio d’oggigiorno –
chiede a Bogart: "What do you do? Do you go on drinking Gin Fizzes?".
In “Dead Reckoning” (diretto da John Cromwell, USA, 1947), con Humphrey Bogart e Lizabeth Scott "entra in scena" il Ramos Gin Fizz, che altro non è che una variante del più conosciuto Gin Fizz.
"Dead Reckoning" (in Italia uscì con il titolo "Solo chi cade può risorgere") lo annovero tra i migliori noir classici. Un film dall’andamento lento e inesorabile, con luci dense e contrastato da un’atmosfera cupa di sapore gotico. Rip Murdock (Bogart) indaga sulla morte di un ex commilitone. Scopre così che l'amico era stato condannato per l'omicidio del marito della bella Coral Chandler (Scott), che era evaso e che aveva fatto perdere le sue tracce arruolandosi sotto falso nome. Anche Rip s'innamora di Coral ma non beve le bugie che lei gli racconta e scopre drammaticamente tutta la verità. Finale amaro e metaforico.
Il Ramos Gin Fizz è il più famoso cocktail della città di New Orleans preparato ancora oggi con gin, zucchero, succo di limone, lime, bianco d’uovo, acqua di fiori d'arancio e panna. Nella sua formula originale la sua caratteristica oltre gli ingredienti citati è essere preparato in giganti shaker ed agitato per almeno dodici minuti, cosi risulta una spuma da servire senza ghiaccio, ma con soda. L'inventore fu un tale chiamato Henry C. Ramos, da cui il nome che lo preparò per la prima volta all'Imperial Cabinet Saloon a New Orleans nel 1890. Da allora fino all’epoca del proibizionismo (1920-1933) la ricetta rimase segreta.
Se avete voglia di farvelo da voi, gli ingredienti e la preparazione sarebbero:
• 1/5 di Curacao Triple Sec (che altro non è che un liquore aromatizzato all'arancia),
• 4/5 di Gordon’s dry Gin,
• 2 pizzichi di zucchero velo,
• 1 albume d’uovo,
• 1 cucchiaino di panna liquida,
• il succo di 1 limone,
• 3 cubetti di ghiaccio,
• acqua gassata a riempire,
• 1 fettina di limone per guarnire.
Mettete nello shaker il succo di limone, lo zucchero, il bianco d’uovo, la panna, il Curacao ed il Gin ed agitate con energia per una ventina di secondi.Versate il tutto in un tumbler alto, riempite con acqua gassata, mescolate dolcemente con un cucchiaio e servite.
Oppure, se conoscete un barman esperto e non troppo legato ai soliti standard chiedetegli di prepararvelo.

Ecco uno spezzone (in inglese) del film:



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giovedì 5 gennaio 2012

Nel libro della vita - di Stuart Nadler

"Nel libro della vita" di Stuart Nadler,
(2011) edito dalla Bollati Boringhieri
Un libro che ti entra dentro coinvolgendoti con i suoi racconti fatti di storie comiche e commoventi, originali ed uniche. E' l'imprevedibile forza della vita che fa da filo conduttore e che emerge in quest'opera che evidentemente non è solo una mera raccolta di "novelle realistiche" di questo talentuoso scrittore ebraico.
Una bella e spregiudicata ragazza ebrea cerca con astuzia di estorcere al padre il consenso ad un matrimonio non propriamente tradizionale e il denaro per pagarsi cerimonia e nido d'amore.
Due fratelli estremamente diversi, dopo la morte dei genitori, si ritrovano nella intimità dimenticata della casa dove abitavano nella loro infanzia.
Un giovane marito infedele apre finalmente gli occhi sul "segreto" del nonno rabbino.
Un altro marito, stavolta però un uomo innamorato e tradito, ritrova la sicurezza perduta con l'aiuto del figlio.
Difficile riassumere e descrivere il fascino di questi racconti di vita. Ed è proprio la vita ad affascinare l'autore: i piaceri e i tormenti della famiglia, dell'amore, del sesso, del denaro, del lavoro, della religione. Ne vengono affascinati anche i lettori.
Stuart Nadler non crea personaggi che potremmo considerare "normali", poichè sa che non ne esistono.
Egli possiede il talento dei grandi scrittori della tradizione ebraica, riuscendo senza sforzo a miscelare pathos e comicità: ne consegue che il lettore ride e piange nello spazio di poche righe.
E' una lettura adatta a tutti. Dopo aver letto una storia viene subito voglia di leggerne un'altra.
Ho regalato questo libro e... sono convinto che piacerà anche a voi!
Su Stuart Nadler trovate il suo sito ufficiale in inglese cliccando qui.
Potete acquistarlo (in italiano, ovviamente) anche online in ebook andando su questo link:
Ebook: Nel libro della vita - Stuart Nadler - Bollati Boringhieri


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martedì 3 gennaio 2012

Curiosità architettoniche - La Chiesa di Santa Maria di Venezzano Mascarino


Veduta esterna della Chiesa di Santa Maria di Venezzano

 Non sono cattolico praticante, eppure sono sempre stato affascinato da chiese e presepi, più dal punto di vista artistico che religioso.
Nel giorno di Santo Stefano dell'anno scorso mi sono recato in compagnia di amici a vedere qualche presepio interessante in quella porzione geografica che copre la bassa ferrarese e la bassa bolognese.
Dopo aver visitato il ben noto presepio meccanico di Casumaro (FE) - che credetemi, ne vale la pena - ci siamo diretti verso la sperduta frazione Mascarino di Castello d'Argile (BO).
Fui sorpreso da come come un insignificante - con tutto il rispetto - potesse avere una chiesa dalla facciata così bella. La Chiesa di Santa Maria di Venezzano domina e spezza la noiosa planarità della pianura distinguendosi per il suo stile neogotico tedesco e per la sua ampia cupola alta 44 metri.
Forse rapito dalle luci natalizie e dall'atmosfera entrai a vedere la rassegna dei presepi esposta all'interno. La rassegna dei presepi contiene una vasta varietà di opere, dai professionisti e semiprofessionisti, ai bambini; i materiali utilizzati vanno dal ferro, argilla, plastica, materiali di recupero, stoffe, pongo e altri.
Ma ora vediamo alcuni cenni storici.
La Chiesa fu realizzata a partire dal 1894 su progetto dell'ing. Francesco Gualandi di Bologna in collaborazione con il figlio Giuseppe e teminata nel 1933: lo stile gotico-fiorito, non certo comune per il territorio e per l'epoca di costruzione, sono sicuro motivo di interesse archiettonico.
A croce latina con tre navate ad abside poligonale, è sormontata da una possente cupola sostenuta da otto pilastri polilobati con un tamburo a dodici lati ed è uno dei primi esempi di applicazione del cemento armato nell'arte.
All'interno l'originalità dell stile si manifesta fra l'altro nell'altare maggiore dedicato alla Vergine e nei due altari laterali dedicati a San Giuseppe ed al Sacro Cuore in cemento marmorizzato bianco con numerose edicole di santi e di raffigurazioni sacre.
Interessanti anche la cappellina della Madonna di Lourdes e soprattutto la Via Crucis plasmata - insieme a tante altre immagini dell'altare - in terracotta fra il 1927 ed il 1928, da Mons. G. Branchini. Costui fu il parroco che volle la costruzione di questa Chiesa.
Le ampie vetrate istoriate delle navate e dell'abside ed i rosoni rappresentano scene bibliche. Esse sono in parte opera dell'architetto Galignani.
Dietro l'altare vi è un organo: una delle ultime opere del Guermandi.
Il campanile, costruito fra il 1863 ed il 1873, è opera di Giuseppe Brighenti.

Se passate in zona - dista alcuni km da Cento (FE) - fate una capatina a visitare la Chiesa di Santa Maria di Venezzano. La mostra dei presepi, giunta alla 21a edizione, è visitabile fino al 23 gennaio e con i seguenti orari: festivi 9-12 / 14,30-19; feriali 15-18.


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lunedì 2 gennaio 2012

Le posizioni dell'amore - Accortezze - Parte terza

Di nuovo a parlare di posizione dell'amore, giunti al terzo e ultimo (?!) della serie di brevi ed utili articoli sulle posizioni. Dopo aver visto il missionario (clicca qui) e lo smorzacandela (clicca qui) - varianti incluse - vediamo ora ne vediamo altre altre: da dietro (conosciuta come "pecorina" o "unione della mucca"o "doggy-style"), da seduti, la forbice (o delle forbici).

DA DIETRO
In questa posizione la donna si mette carponi, su gomiti (o sostenendosi solo con le mani, come da foto) e ginocchia e l’uomo la monta come un toro.
Visivamente per l'uomo è molto eccitante, in quanto può guardarle il sedere. Lei percepisce il pene ma non il volto e può lasciarsi andare alle proprie fantasie.
Si tratta di una posizione istintiva e molto profonda che facilita le sensazioni forti ed eccitanti, ma non si presta per incontri romantici. Il godimento assume un carattere animalesco e l'atto sessuale in questo caso è meno mischiato al sentimento.
L’uomo può accarezzare la compagna con ambo le mani, sia nella parte posteriore del corpo: schiena, natiche, nuca, che in quella anteriore: seno e pancia. La donna, al massimo, può solo toccare sè stessa con una mano accarezzandosi seno e clitoride.
L'uomo ha molta libertà di movimento e detta il ritmo. Il glande del pene viene molto sollecitato e purtroppo accorcia per l'uomo i tempi che precedono l'orgasmo: esige quindi un grande controllo sul riflesso eiaculatorio.
Nella pecorina il pene strofina la parete anteriore della vagina, stimolando facilmente il punto G.
Ciònonostante alcune donne disprezzano questa posizione perchè la considerano volgare e non si identificano nel carattere animalesco del sesso. Altre donne, invece, proprio per questi motivi la trovano eccitante e si scatenano eroticamente.
Entrambi i partner posseggono un buon "grounding"; possono muovere bene testa, nuca e bacino; ambedue hanno il respiro libero.

Marlon Brando e Maria Schneider in "L'ultimo tango a Parigi"
DA SEDUTI
Qui, invece, l'uomo e la donna sono in una posizione molto equilibrata e ciò consente loro di aumentare
 l'intesa ed entrare molto in intimità baciandosi, abbracciandosi in modo tenero e accarezzandosi completamente l'uno con l'altra.
In questa posizione il contatto corporeo è più vicino e suscita un senso si sicurezza e calore. I partner possono vedere bene le loro emozioni.
Entrambi possono ruotare dolcemente il bacino, rillassando i muscoli pelvici.
Se non si è abituati alle posizioni di "meditazione" ci si può sedere su una sedia o una poltrona senza braccioli.

LA FORBICE
Questa posizione è molto confortevole per entrambi e al contempo permette molte variazioni grazie a minimi spostamenti.
I due partner possono possono fare l'amore in modo equilibrato, dolce e rilassato anche allungando notevolmente i tempi poichè stanno sullo stesso piano e bene appoggiati senza stancarsi molto.
Lui e lei hanno un buon contatto visivo, possono respirare profondamente, muovere liberamente il bacino e farsi carezze reciprocamente lungo tutto il corpo.
E' una posizione dolce che quindi può essere anche adatta ad una penetrazione morbida.
La testa e la nuca sono libere, ma è consigliabile usare dei cuscini per sostenersi.

Le posizioni dell'amore e le loro varianti sarebbero innumerevoli, molte delle quali acrobatiche e particolamente stancanti, ma una panoramica - con annesse diverse osservazioni - di quelle più conosciute e complessivamente più vantaggiose credo che possa essere di interesse per voi. E ricordate sempre: far bene l'amore fa bene all'amore!


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domenica 1 gennaio 2012

The Artist - il film muto recente che appassiona e diverte

La gente va a vedere film sempre più in alta definizione, ricchi di effetti speciali e tridimensionalità e qualcuno propone una pellicola muta in bianco e nero?! Un film quello di The Artist che non lo definirei “operazione nostalgia” ma semplicemente un racconto del passato fatto con un tocco di contemporaneità. Immagini che ci rimandano ad un’epoca che non c’è più: siamo nella Hollywood del 1927 e presto ci sarà il grande cambiamento che porterà il cinema dal muto al sonoro. George Valentin, protagonista del film interpretato da Jean Dujardin (premiato al Festival di Cannes), è un attore brillante che vivrà appunto questo passaggio non senza conseguenze.
Un giorno George Valentin conosce in maniera molto casuale una giovane aspirante attrice che condivide una foto pubblicata sulla stampa che conta  e una parte da ballerina in un suo film. Da lì la nascita di una nuova stella: Peppy Miller (interpretata da Bérénice Bejo). All’ascesa della starlet corrisponderà l’inesorabile e triste declino di George, che naufragherà in un mare magno di malinconia e depressione. Ma le sorprese (in positivo) sono dietro l’angolo:  Peppy – che nel frattempo si era affermata nel sonoro -si ricorderà di colui che aveva contribuito a lanciarla e questi dovrà, mettere da parte il suo orgoglio profondamente ferito.
Il coraggio e la bravura del regista  Hazanavicius ci regala attraverso una performance magistrale da parte dei due attori francesi una mimica, una gestualità e una espressività interpretative “tipiche” del cinema muto , oltre ad un’eccellente tecnica in bianco e nero che ci proietta perfettamente nell’epoca.
Una pellicola volutamente divertente, scanzonata, coinvolgente e tenera nel ridisegnare la parabola discendente di George Valentin - che colpì molti attori dell’epoca - e quella ascendente alla Mecca del grande cinema da parte di  Peppy Miller.
Alla fine del film non si può non dire che, almeno, sono stati 100 minuti di assoluta leggerezza, facendoci venire in mente “Cantando sotto la pioggia” o “E’ nata una stella”, o tanti altri.
Spero che vi piaccia!
- Recensione by Jack di Fiori -
THE ARTIST
(Francia, 2011)
Regia e sceneggiatura: Michel Hazanavicius
Interpreti: Jean Dujardin, Bérénice Bejo, John Goodman, Missi Pyle, James Cromwell
Musiche: Ludovic Bource

Il trailer del film:








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